La Poesia Futurista
Il movimento futurista propose le sue innovazioni, e le sue provocazioni, in campo letterario, attraverso celebri manifesti.
Abolizione della sintassi, della punteggiatura, degli aggettivi e degli avverbi, uso del verbo all'infinito e disposizione delle parole a caso sono alcuni dei principi che guidano le creazioni letterarie dei futuristi.
Pensiamo alla più celebre creazione di Filippo Tommaso Marinetti, l'opera del 1914 Zang tumb tuum che ripercorre l'esperienza di guerra vissuta dall'artista attraverso sperimentazioni, suoni e atmosfere che incantano e sconvolgono il pubblico.
Parole libere dai tradizionali vincoli lessicali, disposte in maniera originalissima sia dal punto di vista sintattico che grafico, circondate da rumori e suoni onomatopeici che suggestionano un numero crescente di appassionati.
Altra figura di spicco è Aldo Palazzeschi che nella famosa opera Poesia-campione: Lasciatemi divertire enfatizza la trasformazione in corso, smitizzando la poesia ed i suoi creatori.
Anticonformismo, voglia di stupire, rigetto del passato, spirito combattivo sono alcuni dei tratti salienti dei futuristi italiani che trovarono adepti in molti altri paesi europei.
Per quanto concerne la poesia si è rivelata particolarmente feconda la Russia, patria di grandi intellettuali come Vladimir Majakovskij, autore di capolavori tra i quali citiamo La Nuvola in calzoni.